Le luci d’artista di Torino in una mappa sola

Guida alla ricerca delle luci d’artista!

Illuminano il cielo di Torino da più di vent’anni le luminarie artistiche a cui siamo ormai affezionati, ebbene le luci d’artista di Torino le potete trovare in una mappa sola. Dove? Ma qui sotto!

Anche questo inverno, molte delle installazioni create dal 1997 ad oggi verranno accese a partire da ottobre in tutto il territorio metropolitano fino in periferia.

CategorieHAVE FUNLuci d'ArtistaStrade della città, Torino2023ven27ott All Day2024dom14gen

Le lucine di Natale più strane di sempre” sono, per chi non lo sapesse, firmate da nomi di spicco della scena artistica contemporanea e vengono montate ogni anno in occasione non solo delle Feste, ma delle fiere di arte contemporanea che ogni novembre animano la città.

Se però siete tra quelli che le hanno sempre guardate con dubbio domandandosi come interpretarle, non preoccupatevi:

  1. è normale, l’arte contemporanea fa spesso questo effetto
  2. siccome non va spiegata, ma contestualizzata, abbiamo pronta una non-guida alla comprensione delle Luminarie di Torino per venirvi in aiuto.

Genti perplesse di tutta la città: adesso c’è la soluzione.

Volete sapere dove brillerà ogni installazione in tutto il suo splendore?
Consultate la nostra mappa!

Potete aprirla da cellulare con l’app di maps per salvarvi la posizione delle luminarie e averle sempre con voi! Per attivarne e disabilitarne la visibilità basterà un click nel menù a tendina dell’app.

LUCI D’ARTISTA 2023/2024

 

Un approfondimento sulle Luci d’artista che illuminano Torino

MARIO AIRÒ – Cosmometrie
Quarantadue disegni di Giordano Bruno, tratti dal libro “Articuli 160 adversus mathematicos”, sono proiettati sulla pavimentazione della piazza, coprendola quasi fossero dei tappeti in una Moschea. La produzione grafica di Giordano Bruno è qui ripresa dall’artista per sottolineare il valore conoscitivo e simbolico delle immagini.

VASCO ARE – Vele di Natale
Una moltitudine di triangoli colorati sovrasta le teste dei passanti. Sembrano immaginari alberi di Natale o alberi della cuccagna, ma ricordano anche la leggerezza e il volo degli aquiloni. Sono le Vele che Are ha creato per navigare nel mare della fantasia, realizzate con frammenti di plexiglass fluorescenti inseriti su un telaio metallico con rete.

VALERIO BERRUTI – Ancora una volta
È ispirata dalla tecnica di video-animazione. Il bambino nell’opera luminosa si relaziona, nei 10 fotogrammi, con lo spazio sottostante, giocando con le auto come se fossero macchinine, scomponendo i capelli dei passanti sottostanti, ricordando a tutti la necessità di sdrammatizzare, di prendersi meno sul serio e accorgersi di quel che accade intorno a noi.

DANIEL BUREN – Tappeto volante
È una sorta di pergolato, costituito da tanti cavi d’acciaio, paralleli l’uno all’altro, che reggono una scacchiera realizzata con centinaia di cubetti colorati di blu, rosso e bianco (i colori della bandiera francese). Di notte i cubi si accendono come lanterne cinesi e l’opera si trasforma in un “Tappeto volante”.

FRANCESCO CASORATI – Volo su…
Evidenzia una dialettica tra sensibilità pittorica del segno e trama grafica, che rappresentò per l’artista un ambito parallelo e mai subalterno rispetto alla pittura. Un filo rosso – retto da uccelli geometrizzanti – si snoda per le vie della città, suggerendo un possibile itinerario.

NICOLA DE MARIA – Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime
“Io vedevo le cornucopie della piazza diventare fiori magici del cielo, lasciati sulla terra per consolare e rallegrare le donne e gli uomini che vivono in questa città. Ed immaginavo questi fiori, attraversati dal movimento della luce, diventare il nido cosmico di tutte le anime che vivono nell’universo e nel nostro cuore. Questi fiori magici sono le stelle della città.”

RICHI FERRERO – Giardino Barocco Verticale
“Nasce dal desiderio di reinterpretare la presenza del giardino barocco originale quale citazione dello ‘spazio onirico’, momento di raffinata e rigorosa decorazione dello spazio comune. Il luogo originale non esiste e non può esistere più, ma la sua memoria rinasce oggi, nella verticalità che dalla corte sale ai tetti per vivere come giardino-citazione sospeso nell’aria. Avvalendosi della leggerezza delle emissioni luminose, restituisce alla memoria quello che era il segno caratteristico delle aree comuni.”

MARCO GASTINI – L’energia che unisce si espande nel blu
“Il lavoro è una grande pittura luminosa e l’energia,(…) in essa ne è parte determinante dominando la scena in alto, nel soffitto (…) le tensioni che si determinano (…) si attraggono e si respingono dinamicamente con una energia che il luogo chiuso d’azione contribuisce ad alimentare.”

CARMELO GIAMMELLO –  Planetario
L’insolito firmamento metropolitano illumina Via Roma. L’allestimento di 14 costellazioni è caratterizzato da lampade colorate, come nelle prime edizioni di Luci d’Artista, tecnologia a LED a basso consumo energetico e strutture portanti più leggere e maneggevoli per essere collocate anche in altri contesti urbani.

PIERO GILARDI – Migrazione (Climate Change)
Si riferisce alle grandi migrazioni animali causate dal riscaldamento globale. Uno stormo di pellicani migra in volo alla ricerca di climi più freschi. Sono sospesi all’interno della Galleria, appesi lungo una struttura metallica. Un software di controllo crea il senso del movimento, da sinistra verso destra.

JEPPE HEIN – Illuminated Benches
Ha sviluppato un sistema capace di riattivare, ridefinire e caratterizzare il luogo senza stravolgerne le specificità, in grado di metterne in discussione la normale percezione: le panche si illuminano quando ci si siede sopra e diventano parte integrante di un sistema modulare scultoreo e architettonico e attivano nuove interazioni sociali.

REBECCA HORN – Piccoli spiriti blu
La Chiesa di Santa Maria, illuminata da potenti fari blu, sembra smaterializzarsi e perde il consueto aspetto di edificio conventuale. Si trasforma in una presenza surreale, sospesa a mezz’aria e sovrastata da cerchi di luce. Da lontano, complici il buio e le nebbie che salgono dal Po, le aureole luminose diventano Piccoli spiriti blu.

ALFREDO JAAR – Cultura=Capitale
Trae ispirazione dall’opera Kunst=Kapital (Arte =Capitale) di Joseph Beuys che a sua volta rilegge la teoria di Marx. Beuys sostiene che la creatività di ciascun individuo è fonte di ricchezza per la collettività e Jaar riprende questo concetto ampliandolo ed estendendolo a tutti i settori della cultura.

JOSEPH KOSUTH – Doppio Passaggio (Torino)
Due scritte al neon riproducono frasi di Italo Calvino e di Friedrich Nietzsche, tratte rispettivamente da Le città invisibili e da Così parlò Zarathustra. Nelle citazioni, i due scrittori, che amarono Torino e che s’identificarono con la città, fanno considerazioni filosofiche attraverso metafore sul ponte.

LUIGI MAINOLFI – Luì e l’arte di andare nel bosco
È la favola scritta dal novelliere Guido Quarzo e interpretata dall’artista come una sorta di “libro aperto” alla percezione di tutti, piccoli e grandi, con parole scandite lettera per lettera in cui racconta come Luì il Matto riuscì a ritrovare i Bambini perduti nel Bosco Silenzioso.

MARIO MERZ – Il volo dei numeri
Una lunga sequenza di numeri – in cui ogni cifra è la somma delle due precedenti – è posta in verticale sulla cupola della Mole. È la serie di Fibonacci (1170-1250), dal nome del suo ideatore. La progressione numerica viene utilizzata da Merz per costruire installazioni concettuali che alludono agli esplosivi, apparentemente caotici, processi organici di crescita esistenti in natura.

MARIO MOLINARI – Concerto di parole
Gigantesche sculture astratte, composte da cilindri, parallelepipedi e altre figure solide, verniciate a vivaci colori e illuminate da potenti fari, sembrano voler irrompere nel buio della notte.

LUIGI NERVO – Vento solare
“(…) sono particelle elementari emesse dal Sole che investono la terra, un concetto scientifico scaturito dalla mente di un astronomo e giunto a me (…). Compongo ritagli di luce e di cielo che ho fra le mani. Luce che evoca icone altrimenti non percepibili, opposte al suono rauco di Tenebra ed Abisso.”

LUCA PANNOLI – L’amore non fa rumore
L’opera gioca su più registri espressivi: quello della comunicazione di massa (segni, segnali e simboli della metropoli e della pubblicità); quello del rapporto tra cittadino e spazio pubblico, nell’ottica della rigenerazione urbana; quello poetico, veicolato dal titolo luminoso dell’opera, che rimanda ad un messaggio silenzioso ma “rivoluzionario” di tolleranza, amore e condivisione di valori comuni.

GIULIO PAOLINI – Palomar
I cerchi di luce che si accostano e s’intrecciano assumono l’aspetto di pianeti e satelliti. In questo firmamento si staglia un funambolo, all’incrocio con Piazza Vittorio, in equilibrio su una ruota, “metafora” spiega l’artista, “dell’uomo attore sul palcoscenico tra la luce e il buio, tra l’invisibile e l’imperscrutabile.”

MICHELANGELO PISTOLETTO – Amare le differenze
“Love Difference è un nome, uno slogan, un annuncio programmatico. Il movimento unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica e e focalizza la sua attività nell’area mediterranea, in quanto in essa si rispecchiano i problemi della società globale” (dal Manifesto Love Difference, 2002). La frase “amare le differenze” è scritta con luci al neon colorate in 39 lingue del mondo, come messaggio di pace.

TOBIAS REHBERGER – My Noon
Il confronto con la memoria storica ha portato l’artista a riflettere sul concetto di tempo. Ha rielaborato una grande versione luminosa di un orologio il cui aspetto è quello di una scultura astratta, composta da cerchi (le ore) e elementi lineari: rossi (le decine di minuti) e verticali bianchi (le unità dei minuti).

VANESSA SAFAVI – Ice Cream Light
Lavorando spesso sui cliché culturali, l’artista ha tratto ispirazione dal simbolo del turismo stereotipato, dall’alimento iconico per eccel-lenza del piacere gustativo: il “gelato”. La sua immagine evoca la vita e la cucina italiana, il piacere e le vacanze e la sua rappresentazione pubblicitaria è riconoscibile a tutti. Linee e colori di insegne esistenti, simbolo di puro godimento, sono qui replicati.

LUIGI STOISA – Noi
È un’opera antropomorfa realizzata con coppie di giganteschi esseri umani. Un uomo e una donna, con i piedi puntati verso i margini della strada e le teste una contro l’altra, a suggerire una simbolica unione affettiva e mentale. Creano una fuga di archi, una lunga galleria sospesa quasi a “proteggere” i passanti, e tutti “Noi”.

GILBERTO ZORIO – Luce Fontana Ruota
Stelle, canoe, lance, giavellot ti, trasformazioni alchemiche fanno parte dell’universo poetico dell’artista. Questa opera, è una grande stella rotante che, per effetto degli specchi sulle punte, gioca con i riflessi di luce e d’acqua. La forma della stella nelle intenzioni dell’artista è proiezione del cosmo – fonte di energia in divenire – è il segno che guida nell’esplorazione e nel sogno.

PIERO GILARDI – L’Albero del PAV
Quest’albero, arabescato di luce colorata, intende divenire un augurale preludio simbolico per i cittadini che si avventureranno nel Parco d’Arte Vivente, tra le macchie di verde profumato alla ricerca dei segni di un’arte ecologica che celebra il nostro reincanto per la natura.

GRATTACIELO INTESA SANPAOLO – α-cromactive
L’installazione luminosa site specific, realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo, è un’opera dinamica, un’onda di colore sensibile ai mutamenti della luce.

ARMANDO TESTA- Sintesi ’59
Sintesi ’59, una sfera e mezza di acciaio nero, alta 5 metri, ricorda a Torino, la creatività e lo stile di Armando Testa, uno dei più grandi creativi italiani della cultura visiva contemporanea, creatore di simboli entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Progetto di illuminazione a cura di IREN S.p.A.

POLITO IN LIGHT (TEAM STUDENTESCO) – Luce in cattedra
Un esempio originale di come coniugare la tecnologia con l’espressione artistica per focalizzare l’attenzione sul tema dell’uso della luce nel contesto urbano. Progettata con il LAMSA – Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali del Politecnico di Torino. A cura di IREN S.p.A.

LUIGI NERVO – 1706
Scultura-monumento in acciaio inox realizzata nel 2006 per celebrare i trecento anni dall’assedio di Torino e che riporta la data di questo evento storico (1706).
Nervo definì il progetto “Un vibrare di forme che si manifesta come materia in formazione. Materia che scaturisce e germoglia dalle crepe della terra, diventa prima numero e poi cifra-simbolo capace di evocare e raccontare nella sequenza: materia-cifra- storia”.

SALVATORE ASTORE – Anatomia Umana
Installazione artistica SITE SPECIFIC a carattere permanente, in occasione del quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci.

TAVOLO VALLETTE – L’albero orizzontale di Piazza Montale
Dall’8 dicembre 2021
Allestimento luminoso partecipato realizzato dal Tavolo Vallette, in collaborazione con la Casa di Quartiere e le Officine Caos della Circoscrizione 5 e IREN S.p.A

 

Pronti a cercarle tutte (tipo i Pokemon)?

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