Lunedì. O il giorno dei morti.

Lunedì, Torino, Milano, Roma… è uguale dappertutto. Nel senso che, ovunque nel mondo, la gente si sveglia col mal du siecle/Baudelaire sulle spalle che sussurra parole di morte/le esplosioni dei grattacieli di Fight club nel cervello.

Lunedì, è uguale dappertutto? Come ogni cosa meschina, ha le sue declinazioni.

E a Torino che ci becchiamo?

lunedì, torino

quando ti stai autodigerendo ed è lunedì a Torino. -dal blog www.mezza-penna.it of course-

Dunque.

Uno degli stereotipi che vanno per la maggiore quando si paragonano il Sud e il Nord Italia, è che “il terrone fa la siesta, mentre a Nord si lavora sodo” –

Ora, la Sardegna è qualcosa che ancora non si è capito cosa sia, un po’ alla Tolkien e la terra di mezzo -tant’è che né meridionali né nordici ci riconoscono nella loro cerchia-

Ma!

Diciamo che più o meno stiamo nella categoria “Scialla” e, quindi, per un torinese siamo dei “bon viveurs” -cioè fancazzisti-.

Fatta questa dovuta premessa, mi sembra chiaro che, andando a vivere a Torino, mi immaginassi di trasferirmi a Ny: serrande sempre aperte, cibo h24, locali che ti accolgono la domenica mattina e supermercati che ti soccorrono alle 23.

Insomma, quelle cose lì, da “siamo gli operai della Fiat e amiamo lavorare come negli anni del boom economico”.

Il lunedì a Torino: ecco che cosa ho trovato al mio arrivo

L’aneddoto di come ho imparato un’importante lezione sui cugini sabaudi è il seguente:

Da brava neo-studentessa, neo-fuorisede, da brava culo di pietra insomma, era lunedì e non avevo fatto la spesa. Frigo rigorosamente vuoto. Otto e mezza. Brontolio di uno stomaco dilatato come quello di una vacca. Io, che ero una vacca.

Bene. Che fare?

1-Pigli il cellulare-coi 4 spicci di crediti avanzati- chiami una pizzeria. E che ci vuole?

2-Il telefono squilla. E squilla. E squilla. E…

3-Niente panico, (ci dicono i Coldplay https://www.youtube.com/watch?v=yWeuUwpEQfs)

4-Provi con la seconda pizzeria.

5-Il telefono squilla. E squilla. E squilla. E…

Ripetete questa scena per altre 3 volte

Insomma quella sera lì, uno spietato lunedì, mi ha insegnato la dura legge di Torino: il lunedì è il giorno dei morti. Ovvero, quel momento in cui tutte le pizzerie della città si uniscono nella severa decisione di pigliarsi la giornata di riposo.

Quando, scandalizzata, ho raccontato la cosa ad un amico torinese, la sua risposta è riuscita a ribaltare tutta la faccenda e cito:

se voi in Sardegna non conoscete i vostri diritti come lavoratori e restate sempre aperti, non è colpa nostra”.

Già. E il terrone che si gratta la pancia tutto il giorno, dov’è finito? A Torino?

P.s: l’aneddoto ha però un lieto fine. Dopotutto Torino ha qualcosa alla NY city: ci sono gli amicissimi dei fuori sede, gli immigrati.

E i loro paninazzi salvavita coi felafel.

Dai che alla fine ce la siamo cavata lo stesso in quel di Turin.

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