Prima regola: non esistono regole

La mia prima volta in India e cosa posso consigliare

Dicembre 2023. Ho un volo per Chennai, India, ma a meno di 24 ore di distanza non so se partirò perché in città c’è stata una forte alluvione con conseguenti allagamenti. In contatto con le associazioni con cui abbiamo collaborato per il mio lavoro con il Politecnico di Torino per tutto il pomeriggio e poi… valigia in mano a notte fonda e si va verso Malpensa, si parte!

La mia avventura in India è iniziata in modo burrascoso, ma l’incertezza e i dubbi sono stati presto sostituiti da un posticino comodo comodo all’interno di un bellissimo A380 Emirates, Mission Impossible e Tom Cruise che corre su schermo mentre la hostess mi regala un pacchetto di popcorn e guardo il Burj Khalifa che svetta nella notte a Dubai dal finestrino. Non so spiegarvi l’emozione che ho provato in quel momento.

Di una cosa però ero certa: ero all’interno di uno di quei viaggi da ricordare per sempre.

India: birra piccante e clacson

Kapaleeshwarar Temple – Chennai

Chennai – Tamil Nadu

Chennai, ex Madras, è la capitale della regione del Tamil Nadu e si affaccia sulla baia del Bengala. Appena atterrata lo shock culturale mi ha subito colpita, il caos nelle strade, il rumore dei clacson suonati in qualsiasi secondo, le strade piene, la gente ovunque, auto e tuk tuk che creavano corsie su corsie senza un apparente ordine in strada. I colori, i profumi, i rumori, l’India è un posto che ti sovrasta fin dall’inizio, ricca di stimoli per tutti i sensi.

La città è super caotica e un’esplosione di colori (quello che vedete in foto qui su è uno dei suoi famosi templi, il Kapaleeshwarar Temple), una megalopoli che, mentre scrivo, conta 4.216.268 abitanti. Il primo impatto è assolutamente scioccante e serve qualche ora abbondante per riprendere il controllo e farsi forza nell’esplorazione, ma non lasciatevi spaventare dalle dimensioni e dal caos: in India Uber funziona fantasticamente e costa davvero pochissimo, per cui con qualche semplice clic potete andare davvero dove volete.

Lo shock culturale non se ne va, ma fa presto posto a sentimenti di adattamento e curiosità, per cui vi ritroverete ben presto a voler andare a zonzo e guardare tutto con occhi nuovi. C’è tanto smog e tanta umidità, avviso per i naviganti, ma c’è anche tanto per cui meravigliarsi. Non siamo abituati al caos e al rumore nelle strade – questo è stato l’aspetto per me più difficile. Però c’è del fascino in quel caos in cui tutti sanno cosa fare. L’India è un Paese da vivere per come viene.

chennai - india

Chennai – India

Consigli per gli spostamenti: Uber con opzione pin di sicurezza, cosi da essere più tranquilli sull’autista che vi accompagna, e una e-SIM digitale, per avere internet e maps sempre con voi. Io ho usato Holafly: forse non super mega economica, ma comoda, pratica e mega funzionante. Attenzione anche a non dare confidenza per strada a tour e guide non ufficiali. E mi raccomando, su Uber vale la pena, almeno una volta, provare a prendere un tuc tuc.

Consigli per la valigia: passaporto e visto (ricordate di richiederlo per tempo), un antibiotico generale, antinfiammatori, antizanzare, buscopan e imodium per le casistiche peggiori, biochetasi (più giù parliamo di cibo e di consigli anche su quello). Se il tuo medico lo ritiene, può anche prescriverti un antiemetico e un antibiotico intestinale. Just in case.

Banale ma io lo dico: evitate i mesi dei monsoni, più o meno da aprile a settembre. Meglio visitare l’India da novembre/dicembre a marzo. Ovviamente io ci sono stata a Dicembre e c’era appena stata un’alluvione, ma that’s totally me.

Alberghetto consigliato: un 5 stelle pagato come un 3 stelle da noi, l’Hyatt Regency Chennai. Io ero quasi in stato confusionale la prima volta che ho visto la camera e il servizio perché credevo di aver sbagliato prenotazione (le rupie indiane ci danno un cambio molto vantaggioso). Al suo interno trovate anche vari ristoranti. Quello cinese molto consigliato. La caffetteria dell’albergo fa anche dei piatti niente male, ma mettetevi comodi: qui non c’è fretta di fare le cose e i ritmi sono ben diversi che quelli che trovate usciti in strada.

Museo consigliato: Il Government Museum di Chennai è stato sicuramente un’esperienza. Troverete tanta incuria di cui stupirvi e dispiacervi, ma anche adattamento, statue bellissime, reperti antichi e bronzi magnifici.

India: birra piccante e clacson

Bangalore – Karnataka

E dopo qualche giorno con un volo interno di Indigo (che non ha proprio il massimo delle recensioni su servizio clienti, puntualità e via dicendo, ma io sono stata fortunata, avevo persino ancora la mia valigia...), si vola verso la più tecnologica e moderna Bengaluru o Bangalore, che conta ad oggi circa 8.425.970 abitanti. Sì, fa paura, vero?

Bangalore mi ha regalato emozioni ancora diverse (sarà che forse qui non c’era stata un’alluvione da appena 2 giorni), ma ho sentito che era già più facile adattarmi ai suoi ritmi e alle sue tradizioni.

Attraversare la strada in India è un’esperienza che, fidatevi, non avete mai provato.

Di fatto vi lanciate in mezzo al traffico, perché anche laddove semafori e strisce pedonali esistono (e credetemi, non è così scontato), nessuno si prende la briga di fermarsi. Ciò che potete fare, almeno all’inizio, è seguire i locals nei loro movimenti, sudando un pochino quando le auto vi sfrecciano a due centimetri. Clacson che suonano durante il giorno e durante la notte e tuc tuc ovunque, devo dire che un po’ ci si sente davvero come Tom in un Mission Impossible.

Run for your fu***ng life

Consigli per gli acquisti: trovate negozietti in cui ci sono sete e vestiti pazzeschi a basso costo. Uno dei miei preferiti è stato Fabindia, in cui ho trovato camicette fantastiche per il caldo, profumi e saponi, ma anche un kajal indiano profumatissimo a base di olio di mandorle che si sfuma da dio.

Alberghetto consigliato: il Taj MG Road, Bengaluru, un posticino bellissimo, a prezzo contenuto per noi pur essendo un lussuoso 5 stelle, con ristorantini annessi per poter pranzare o cenare tranquilli senza avventurarsi fuori, e una birreria, la Seven Rivers, che affaccia direttamente nel cortile interno su piscina e che funge da oasi di pace contro il caos esterno e da rifugio per quando sentite di aver bisogno di ricaricare le pile.

Taj MG Road, Bengaluru

Taj MG Road, Bengaluru

Museo consigliato: Visvesvaraya Industrial & Technological Museum, carinissimo e interattivo, soprattutto la sezione dedicata allo spazio che è davvero tra le più belle mai viste (immaginate una Incoronata piccola ingegnerina mancata che saltellava ovunque tra razzi, prototipi, cibo per gli astronauti e rover).

Meritano una visita: il Bangalore Palace, che sembrava assolutamente in alcuni momenti un viaggio verso Hogwarts e le serre di erbologia con la professoressa Sprite, ma anche il Botanical garden, in cui c’è da vedere e da passeggiare (stando attenti ai serpenti, come da avvisi un po’ ovunque), Commercial Street con i bazar a cielo aperto e i negozietti di dolcetti tipici.

Attenzione: Commercial street è sempre straripante di gente quindi 1. lo dovete sapere per evitare attacchi d’ansia e 2. possibile che internet non funzioni a dovere per la concentrazione di persone tutte in uno stesso posto. In quel caso il consiglio è spostarsi per richiamare il vostro Uber, se ne avete bisogno.

Bangalore - India

Bangalore – India

Cibo indiano e consigli preziosi

La cucina indiana tradizionale è una cucina forte e speziata a cui non siamo abituati e può accadere purtroppo, come spesso succede nei viaggetti in giro per il mondo, di non stare troppo bene. Per questo è importante partire preparati (vedi consigli in valigia più su) ma anche avere alcuni semplici accorgimenti, come ad esempio evitare totalmente l’acqua in caraffa o non imbottigliata (WARNING: l’acqua dai rubinetti non è assolutamente potabile). Gli alberghi spesso offrono parecchie bottiglie in camera (usate l’acqua imbottigliata anche per lavarvi i denti e sciacquare lo spazzolino – so che non è la cosa più spontanea del mondo ma fatevi un po’ di terrore su questo).

Evitate lo street food, anche se le condizioni igieniche dei carrettini vi sembrano accettabili. Io all’alba del quarto giorno in India non ero stata male su nulla e dunque cosa ho fatto? Mi sono lanciata su un paio di samosa da strada, che erano obiettivamente fantastiche, ma ce la sentiamo davvero di sfidare così il destino? Se si, prego – poi però non dite che non vi avevo avvisati!

Ma veniamo a cosa mangiare!

Ovviamente, manco a dirlo, curry di tutti i tipi dalla mattina alla sera (in moltissimi alberghi trovate le ricette tradizionali anche per colazione e il consiglio è assolutamente SÌ, fatelo). Attenzione se non amate il piccante, perché trovare qualcosa che non sia spicy è veramente complicato (non impossibile, ma richiede uno sforzo in più). A me e alla persona che era con me è capitato di trovare persino la pastella dei gamberi fritti piccante o addirittura, giuro, la birra piccante.

Ho assaggiato il più buon curry piccante ai gamberi mai provato (così piccante che piangevo mentre lo finivo ma con le lacrime agli occhi continuavo a mangiarlo). Il suo colore qui sotto in foto credo parli chiaro:

Indian food

Indian food

Frutta e verdura sono difficili da trovare (sono tornata con una voglia di succhi e spremute enorme). Questo perché bisogna evitare anche quella già tagliata e lavata (ricordate, acqua non potabile). Piuttosto se ne trovate di non tagliata portatela in albergo e sciacquatela bene con l’acqua in bottiglia. Se portate da casa delle cannucce in strada potete farvi aprire delle noci di cocco verdi sul momento, ma appunto solo se avete le vostre cannucce.

Noi per niente stressati con le nostre cannucce da casa in India

Altre cose da assaggiare assolutamente se siete in India: la focaccia naan all’aglio, il riso biryani alle verdure, i bocconcini di pollo al curry di tutti i tipi, il paneer, che è un formaggio indiano in salsa di pomodoro, cipolla e burro solitamente, i gulab jamon, dei dolcetti tipici a base di semolino e sciroppo al formaggio.

A Torino una gastronomia molto carina, che ha anche qualche tavolo, e fa cibo indiano molto simile ai sapori in India è Namaste in Corso Monte Cucco. Hanno persino il naan all’aglio.

Insomma, per concludere…

L’India è sicuramente un Paese che mi confonde e mi destabilizza ma allo stesso tempo sono tornata tanto, tanto arricchita e con gli occhi carichi di meraviglia. Ci tornerò? Chi può saperlo. Nel dubbio, imodium in valigia come se piovesse. E Tom in aereo:

India - airplane travel

 

Testo di Incoronata Galietti
Immagini CC0 Public Domain, Incoronata Galietti

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