Santa Rita:
la guida definitiva di turinoise
Cittadina nella città, Santa Rita è un borgo semi-autonomo che offre quasi tutto al suo interno e che ha un fascino popolare tranquillo e vivace, fortemente a portata d’uomo.
Indice dei contenuti:
1. Santa Rita in poche parole
Santa Rita è un quartiere residenziale alle porte della periferia di Torino, densamente popolato e relativamente ben servito dai mezzi, che si è formato in una Torino che ruotava attorno alla FIAT e che sta recentemente cambiando forma e identità da quando l’industria ha smesso di essere il primo biglietto da visita della città.
Cuore pulsante delle Olimpiadi del 2006, da sempre sede affezionata anche delle partite del Toro e delle competizioni di nuoto, si estende fra tre parchi molto frequentati e dalle identità molto diverse: se Piazza d’Armi è il parco urbano per eccellenza, fatto di viali e di prato all’inglese, Parco Rignon si sviluppa attorno a una ex residenza nobiliare che ora è una bellissima biblioteca, mentre Parco Ruffini (in Pozzo Strada) ha una conformazione più naturale ed è votato innanzitutto allo sport, tra campi da tennis, piste di atletica e percorsi ginnici.
Quartiere di grande migrazione negli anni ’60, oggi Santa Rita è un borghetto praticamente autosufficiente perfettamente integrato in cui l’anima d’oltralpe di Torino fa spazio a un cuore assolutamente italiano.
Come da tradizione nel Bel Paese, sul cibo non si scherza e il rapporto qualità prezzo offerto dalla zona è praticamente imbattibile. Santa Rita vale una visita per le sue osterie e per il mercato che la anima ogni giorno salvo la domenica: insieme a quello di Porta Palazzo e a quello più piccolo ma interessante di Piazza Benefica, è uno dei più caratteristici della città. Consigliato soprattutto per la grande varietà e qualità di banchi alimentari, vede alternarsi prodotti locali, specialità regionali, frutta e verdura a filiera corta, spezie, erbe; c’è persino un banco che produce la mozzarella sul momento. In alcuni giorni le bancarelle di abbigliamento offrono stile imperdibile a pochissimi euro e anche i prodotti per la casa si trovano a prezzi imbattibili.
Il nostro angolo preferito?
Un tavolino al sole, in primavera, al chioschetto di Piazza d’Armi, con vista sullo stadio e sulla torcia olimpica, sulle colline e, dall’altra parte, sul mercato e infine sulle Alpi all’orizzonte.
Santa Rita #turinoiseapproved:
2. I nostri posti preferiti a Santa Rita
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3. Santa Rita nella Storia della città
Oggi Santa Rita è sinonimo di mercati, giardini e partite, con la torcia olimpica che si staglia sull’orizzonte. Ma un tempo, al posto di viali trafficati e palazzi moderni, c’erano campi, cascine e strade sterrate.
Proprio quelle cascine finirono coinvolte nell’assedio del 1706 durante la Guerra di Successione Spagnola, eppure qua e là resistono ancora, come tracce di una Torino agricola mai del tutto scomparsa.
è il caso di Villa amoretti, residenza nobiliare con parco ridisegnato dai conti Rignon: oggi ospita la biblioteca civica e il vicino Parco Rignon è una delle aree verdi più amate dai torinesi.
A fine Ottocento arriva il primo grande intervento urbano: il complesso del Regio Ospizio di Carità (oggi noto come Poveri Vecchi) progettato dall’architetto Crescentino Caselli, allievo di Antonelli: il gigantesco complesso in mattoni è un vero esperimento di edilizia moderna, con impianti all’avanguardia per l’epoca e un’impronta monumentale che colpisce ancora oggi.
L’inizio del Novecento porta la grande svolta: la Piazza d’Armi, che fino ad allora si trovava in Crocetta (dove oggi c’è l’isola pedonale del “Fante”), viene spostata qui, trasformando il quartiere agricolo in polo militare con caserme, ospedale e case popolari. Mentre i quartieri più vicini al centro si espandevano sotto a portici eleganti, a Santa Rita cresceva un tessuto popolare fatto di soldati, operai e famiglie in cerca di una nuova vita.
Poco dopo, tra il 1927 e il 1933, si innalza il Santuario di Santa Rita da Cascia, consacrato nel 1957: una chiesa moderna che diventa subito il cuore spirituale del quartiere e punto di riferimento per la comunità operaia.
In piena epoca fascista, Santa Rita diventa anche il palcoscenico dello sport di massa: nascono lo Stadio (oggi Olimpico), la torre Maratona e la Piscina Monumentale, pensati per i Littoriali della gioventù.
Se le manifestazioni sportive, durante il governo fascista, vengono tenute in centro, la zona della Piazza d’Armi trova quindi un nuovo volto, legato a quelle sportive. Oggi conserva questo ruolo grazie alle partite del Toro, che si tengono nello stesso stadio ancora adesso. L’edificio ha cambiato nome nel tempo ed è stato ristrutturato per le Olimpiadi del 2006. Solo la Torre Maratona resta a memoria di quella parentesi, torreggiando austera sul parco tra cani al guinzaglio, gente che fa jogging e laghetti increspati dal vento.
Proprio in quel tempo, nel 1939, si inaugura anche lo Stabilimento di FIAT Mirafiori: 100 ettari di fabbrica, piste di prova, gallerie sotterranee e migliaia di operai. L’inaugurazione con Mussolini si rivela un mezzo flop — gli operai lo accolgono freddamente — ma la fabbrica segna l’inizio di una nuova epoca. Dal dopoguerra in poi, Mirafiori richiama masse di lavoratori dal Sud Italia: Torino diventa una metropoli industriale da oltre un milione di abitanti, e Santa Rita cresce a ritmo vertiginoso.
È in questi anni che nasce anche il grande mercato di corso Sebastopoli, ancora oggi cuore pulsante del quartiere.
4. Santa Rita oggi
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Oggi Santa Rita è un quartiere dalla forte vitalità e dalla ricchissima proposta culinaria e gastronomica.
Il mercato porta voci, tramestio e folla ogni giorno salvo la domenica; le partite del Toro invadono le strade di tifosi nel weekend e i concerti che si tengono allo Stadio e al Pala Isozaki popolano il parco e i grandi viali di fan di ogni età.
Il quartiere che non dorme mai a Torino forse è proprio questo: insospettabile e quasi privo di movida, Santa Rita è un luogo brulicante, sempre sveglio, sempre vivo, sempre affamato.
L’ex Piazza d’Armi, che ha smesso di essere tale negli anni ’70 e si chiama in realtà Parco Cavalieri di Vittorio Veneto (ma che i torinesi continuano imperterriti a chiamare Piazza d’Armi) è uno dei parchi più piacevoli, più grandi, più inseriti nella vita locale della città, tra chioschetti, piste da running, eventi sportivi, panchine e prati in cui la gente si ferma a leggere, monta le reti per giocare a pallavolo, si trova per fare ginnastica e pic nic.
L’intero complesso sportivo prospiciente è stato oggetto di enormi interventi con le Olimpiadi Invernali di Torino 2006: lo Stadio è stato rimodernato e accostato a installazioni d’arte moderna e allo svettante Braciere Olimpico ed è ancora oggi sede eventi di enorme richiamo, oltre alle partite del Toro.
5. Eventi a Santa Rita
6. Santa Rita nel futuro
L’ultima grande trasformazione risale al 2006 e ai XX Giochi Olimpici invernali. Lo Stadio Comunale rinasce come Stadio Olimpico, la piscina Monumentale viene ristrutturata e Santa Rita si ritrova sotto i riflettori del mondo intero. Viene costruito il Pala Isozaki e il parco di fronte ristrutturato.
Santa Rita attende con rassegnata pazienza l’arrivo della linea 2 della Metropolitana (che dovrebbe fermare in Piazza Santa Rita, al Parco Rignon e lungo il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto) ed è attualmente oggetto di lavori di miglioramento dei mercati e delle piste ciclabili che connettono a Grugliasco e al centro di Torino.
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