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novembre, 2022

Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina

CategorieCULTURA,MOSTRE E MUSEIPoeticizzare il deserto invece di sapere dove terminaGalleria d'Arte Moderna, Via Magenta, 31, Torino2022gio03nov All Day2023dom08gen

Quando

Novembre 3 (Giovedì) - Gennaio 8 (Domenica)(GMT+01:00)

Dove

Galleria d'Arte Moderna

Via Magenta, 31, Torino

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Dettagli

Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina – GAM Torino

Un’opera sonora di Riccardo Benassi
dal 3 Novembre 2022 all’8 Gennaio 2023

Prosegue anche nel 2022 la collaborazione dei musei della Fondazione Torino Musei con Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea.
Per la ventinovesima edizione, la prima sotto la direzione di Luigi Fassi, i tre musei sono lieti di ospitare il progetto So will your voice vibrate (Così vibrerà la tua voce).

A partire dal 3 novembre 2022 e fino all’8 gennaio 2023 la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea è felice di presentare nei suoi spazi l’opera inedita di Riccardo Benassi, Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina, 2019-2022. Originariamente composta nel 2019, come colonna sonora temporanea dello shopping mall/concept store disegnato da Zaha Hadid per City Life a Milano, è ora rielaborata da Benassi in forma di scultura sonora la cui presenza, nello spazio della GAM, agisce attraverso la forza minimale di un segno grafico.

Gam Torino

La traccia audio, 4 secondi in loop, è interamente realizzata con la voce dell’artista, attraverso un uso non convenzionale dell’Autotune, una scelta che sottolinea la commistione tra il soggettivo corporeo delle corde vocali e la ‘rettificazione’ oggettivante della griglia digitale. La commistione si trova ribadita nella particolare scelta di utilizzare l’unico speaker morbido attualmente disponibile. Il suo corpo flessuoso si sovrappone idealmente alla corporeità dell’artista che ha generato i suoni, in una duplicazione tecnologica che sembra desiderare l’identificazione col biologico e persino il suo superamento in una forma assoluta.

Benassi riconduce la traccia audio alla tipologia di suoni chiamata Mallwave, un sottoinsieme della Vaporwave, musica pensata per insinuarsi, come un sottofondo quasi inavvertito, nel vuoto psicologico degli ascoltatori distratti, dallo shopping, dalla necessità di spostarsi da un luogo all’altro, dai propri pensieri. Il dislocamento di quel vuoto nello spazio di un museo che, al contrario, è intessuto di significati e di volontà di ascolto e osservazione da parte del pubblico, rivoluziona la vacuità del centro commerciale e dei cosiddetti non-luoghi del contemporaneo, ne fa realmente la poesia di un deserto incastonato in un’architettura: una proiezione, o il miraggio, di uno spazio che non possiede un termine e forse neppure un tempo.

 

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