ottobre, 2022
Michael Rovner. Alert
Quando
31 ottobre 2022 - 29 gennaio 2023 ( All Day)(GMT+01:00)
Dove
Fondazione Merz
Via Limone 24
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Michale Rovner. Alert alla Fondazione Merz di torino dal 31 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 a cura di Beatrice Merz Con Alert l’artista trasforma lo spazio della Fondazione in un portale verso un’altra
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Michale Rovner. Alert
alla Fondazione Merz di torino
dal 31 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023
a cura di Beatrice Merz
Con Alert l’artista trasforma lo spazio della Fondazione in un portale verso un’altra dimensione, creando un’esperienza immersiva sia all’interno che all’esterno con un’installazione site-specific.
I lavori risuonano in una dimensione non familiare, evocando un senso di paura e di allerta, facendo riemergere energie primitive e la notte insita in noi.
In reazione alla situazione di crisi dei rifugiati, Rovner ha trascorso notti tra i campi bui, in attesa di un incontro con gli sciacalli, gli altri, gli sconosciuti. Ed è accaduto che una notte una femmina di sciacallo si è lasciata osservare: “mi ha guardato. Ha guardato a destra e a sinistra; era molto attenta. E poi è scappata via. Poi è tornata e si è allontanata, è tornata e si è allontanata. Quando ho messo le mani sulla telecamera, è scappata completamente e poi, quando mi sono seduta in silenzio, è tornata di nuovo. E poi si è sdraiata”.
Rovner costruisce uno spazio non palpabile, arricchito dalla potente eredità iconografica, poiché lo sciacallo è anche Anubi, il canis aureus, il dio mitologico che accompagna le anime nella vita oltre la morte, il guardiano tra la vita e la morte. L’artista riflette sulla possibilità di uno scambio profondo con ciò che siamo portati a temere e ad allontanare.
Prendendo a prestito le parole di David Grossman il lavoro di Michal Rovner è “l’essenza dell’esilio, del rifugiato, ma anche del progresso, della ricerca e della scoperta. In questo flusso quasi magico di tempo in tempo, di cultura in cultura, in questo processo che è il respiro vivente, improvvisamente sentiamo: siamo noi. Siamo di passaggio. Siamo andati via. È così che le generazioni future ci ricorderanno o, quasi certamente, dimenticheranno”.