Per accedere a questo locale bisogna averne sentito parlare, perché l’entrata è prima di insegne ed è improbabile, quindi entrare per caso. Non che a Torino non si spendano parole a riguardo: è sicuramente uno dei cocktail bar più sofisticati della città.
Magari previo prenotazione in una delle tre sale, ci si presenta dunque davanti al portone d’ingresso (con tanto di bodyguard) situato tra il Carignano e la Farmacia del Cambio. Dato il nome (o richiesto un tavolo), si viene accompagnati su per le scale al primo piano in un insospettabile locale fatto di velluti e pareti color ottanio.
Ci si sente proprio nella cerchia di Camillo Benso, fatta di sabaudità discreta e tradizionale quanto di diplomazia, spionaggio e potere. I divanetti di velluto si mescolano a quadri di arte contemporanea e la musica forte non disturba la quiete della sala verde, quella in cui è possibile fumare sigari e sentirsi gentlemen in aria di affari tra brandy e libri antichi. Gli svolazzi color oro che cospargono soffitti e pareti nella sala centrale sono opera dell’astrattista Arturo Herrera e la musica che spesso suona live è di provenienza mondiale. L’atmosfera è ovattata e l’immagine di Cavour ritratta ovunque aiuta a ricordarsi che siamo in Piemonte, ma avremmo potuto essere a Londra, Mosca, Shanghai, New York.

I drink sono interessanti e accompagnati da interessanti stuzzichini che, così come la location, ne giustificano pienamente il prezzo. Se siete amanti degli alcolici d’annata qui troverete cura nella selezione e nella preparazione e se invece siete sempre in cerca di novità potete provare i signature cocktail. In qualsiasi caso, vi regalerete una serata indimenticabile, credete a noi.

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