febbraio, 2022
Ma pure questo è amore
Quando
febbraio 13 (Domenica) - 15 (Martedì)
Dove
Ex-Cimitero di San Pietro in Vincoli
Via San Pietro in Vincoli 28
Dettagli
Ma pure questo è amore – Fertili Terreni Teatro Torino Stagione teatrale 21/22 “Over the rainbow” San Pietro in Vincoli 13 febbraio ore 19:00 14 Febbraio ore 21:00 15 Febbraio ore 21:00 Per la nuova stagione
Dettagli
Ma pure questo è amore – Fertili Terreni Teatro Torino
Stagione teatrale 21/22 “Over the rainbow”
San Pietro in Vincoli
13 febbraio ore 19:00
14 Febbraio ore 21:00
15 Febbraio ore 21:00
Per la nuova stagione teatrale 21/22 di Fertili Terreni Teatro a Torino sul palco lo spettacolo “Ma pure questo è amore”.
Un testo delicato, coinvolgente e al contempo intenso quanto ironico guida lo spettatore in una storia d’amore improbabile. Un racconto di periferia, in bilico tra passato e presente. Una riflessione su tutte le sfumature che ha l’amore, sulle forme che assume e che intraprende nel corso della vita di ognuno di noi. Ma pure questo è amore è la storia di due ragazzi fuori posto, di sogni infranti, di scelte sbagliate, di desideri svaniti nella frenesia della quotidianità. E’ una storia fatta di lampi comici e momenti drammatici, scanditi da un montaggio quasi cinematografico, da continui flashback e dialoghi serrati. Una palestra diventa il set del tempo presente e del ricordo del passato: lui un ragazzo di periferia, di strada, lei, 18 anni, al mattino nella scuola del centro e al pomeriggio sul muretto del quartiere, eternamente in conflitto con se stessa, fuori posto in entrambi i luoghi. Diversi ed affini ad un tempo, inadeguati in un mondo a cui entrambi, per ragioni diverse, non sentono davvero di appartenere. L’attrazione tra loro è forte, ma quando sembra che qualcosa stia nascendo, le loro strade si dividono. Si ritrovano dopo vent’anni, nello stesso posto in cui si erano incontrati: lui senza un futuro, senza una speranza, ridotto a un rottame, lei invischiata in una ordinata e apparentemente perfetta vita borghese, nella quale, come vent’anni prima, si sente fuori posto.
Ma pure questo è amore è un urlo soffocato. Quello di Giorgia, che a Salvatore rivela il suo dramma più profondo di madre mancata, che desidera un figlio più di ogni altra cosa. E allo stesso tempo è l’amore delicato, sfiorato, che cura e guarisce. Quello di Salvatore per Giorgia, pur con i suoi segreti. Da questo nuovo incontro, improbabile e malconcio, sboccia un germoglio. La speranza di riuscire, insieme, per un attimo, a riconciliarsi con la vita.
Uno spettacolo divertente, delicato, sofferente, come solo l’amore sa essere.
Due parole sulla nuova stagione
È stata una tempesta, e ancora il cielo azzurro tarda ad arrivare. Due anni circa colmi di ferite e rasoiate di paura, in cui la retorica del verrà un mondo migliore poco alla volta ha perso potenza e ha svelato la fragilità delle nostre esistenze e del nostro tempo. Ma ha palesato anche la forza che può generare la cultura e il suo potenziale sull’animo umano.
Non siamo infrangibili e, quando qualcosa si rompe, altre lacerazioni si vengono a creare incidentalmente e ogni frattura ne porta altre, nei rapporti tra le persone e internamente alle persone stesse.
Il ricucire e alzare lo sguardo per scrutare oltre al limitato orizzonte personale è un compito che l’arte può e deve assumersi. La rifrazione di piccoli momenti di realtà può generare colori inaspettati, purissimi, così come la semplice rifrazione della luce sul finire di un temporale produce l’insorgere di un arcobaleno.
Un fenomeno che sempre ha indotto meraviglia, annoverato lungamente tra le magie, prima che la scienza ne spiegasse la consistenza, ma comunque sempre punto di rottura tra qualcosa di nefasto che sta per finire e il ristabilirsi della quiete. È una porta che si apre e già solo la semplice azione di alzare gli occhi e guardare oltre riempie l’animo di visioni, speranza e bellezza.
Lo sguardo va su. E il nostro desiderare riparte perché oltre forse c’è un mondo diverso aperto a sperimentazioni di nuovo benessere.
Lo facciamo prendendo a prestito il titolo della gloriosa canzone cantata per la prima volta da Judy Garland, diventata inno di liberazione di un’intera comunità che in quell’arcobaleno ha riconosciuto il proprio simbolo: “da qualche parte sopra l’arcobaleno, proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto…i sogni che hai osato fare”, che, come dicono alcuni storici della musica, potrebbe essere stata scritta anni prima del film a supporto della new deal di Roosevelt per aiutare ad uscire gli Stati Uniti dalla tragedia della grande depressione.
Al di fuori di ogni retorica non intendiamo cancellare o scansare l’inquietudine che è il nutrimento necessario dell’animo dell’artista, ma provare con lo spettatore ad avere uno sguardo ampio e soprattutto la forza e il coraggio di risognare e ripensare il futuro. E il teatro è uno dei possibili mezzi capaci di portarci over the rainbow.
Girolamo Lucania
Beppe Rosso
Simone Schinocca
Qui puoi trovare il programma della stagione scaricabile.