maggio, 2022
Chiamami
Quando
maggio 5 (Giovedì) - 7 (Sabato)
Dove
Ex-Cimitero di San Pietro in Vincoli
Via San Pietro in Vincoli 28
Dettagli
Chiamami – Fertili Terreni Teatro Torino Stagione teatrale 21/22 “Over the rainbow” San Pietro in Vincoli 5 maggio ore 20:00 6 Maggio ore 20:00 7 Maggio ore 20:00 Per la nuova stagione teatrale 21/22 di Fertili
Dettagli
Chiamami – Fertili Terreni Teatro Torino
Stagione teatrale 21/22 “Over the rainbow”
San Pietro in Vincoli
5 maggio ore 20:00
6 Maggio ore 20:00
7 Maggio ore 20:00
Per la nuova stagione teatrale 21/22 di Fertili Terreni Teatro a Torino sul palco lo spettacolo “Chiamami”.
Un evento speciale nel chiostro dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli: una cena durante la quale è possibile partecipare ad una performance interattiva.
L’attrice, all’interno di una struttura di vetro, scrive con un rossetto rosso “Chiamami” e un numero di telefono. Dopodiché rimane sola, in attesa, aspettando la chiamata dell’amatə sotto lo sguardo attento e curioso dei partecipanti. E’ un gioco a due, in cui lo scambio di battute, respiri e sguardi è fondamentale e inevitabile e in cui lo spettatore si può sentire libero di partecipare come meglio crede. C’è chi ha chiede di essere guardato per tutta la durata della performance, chi preferisce al contrario non farsi vedere, chi cerca di consolare, chi piange e ride con l’attrice, chi pone domande ma anche chi rimane solo per guardare cosa accade tra una telefonata e l’altra pur non essendo coinvolto in prima persona, perché in questa performance ogni telefonata è unica e irripetibile.
Il dialogo della telefonata parte da La Voce Umana di Jean Cocteau e dalle poesie di Marta Bardazzi, ma nel corso della stessa si dà vita ad un’improvvisazione con lo spettatore, rendendo ogni telefonata diversa dalle altre.
Il testo de La voce umana risale al 1930 ma è immediato e profondamente moderno, molte persone infatti si riconoscono e immedesimano in quelle parole che raccontano con spiazzante semplicità e sincerità la storia di un amore finito.
Due parole sulla nuova stagione
È stata una tempesta, e ancora il cielo azzurro tarda ad arrivare. Due anni circa colmi di ferite e rasoiate di paura, in cui la retorica del verrà un mondo migliore poco alla volta ha perso potenza e ha svelato la fragilità delle nostre esistenze e del nostro tempo. Ma ha palesato anche la forza che può generare la cultura e il suo potenziale sull’animo umano.
Non siamo infrangibili e, quando qualcosa si rompe, altre lacerazioni si vengono a creare incidentalmente e ogni frattura ne porta altre, nei rapporti tra le persone e internamente alle persone stesse.
Il ricucire e alzare lo sguardo per scrutare oltre al limitato orizzonte personale è un compito che l’arte può e deve assumersi. La rifrazione di piccoli momenti di realtà può generare colori inaspettati, purissimi, così come la semplice rifrazione della luce sul finire di un temporale produce l’insorgere di un arcobaleno.
Un fenomeno che sempre ha indotto meraviglia, annoverato lungamente tra le magie, prima che la scienza ne spiegasse la consistenza, ma comunque sempre punto di rottura tra qualcosa di nefasto che sta per finire e il ristabilirsi della quiete. È una porta che si apre e già solo la semplice azione di alzare gli occhi e guardare oltre riempie l’animo di visioni, speranza e bellezza.
Lo sguardo va su. E il nostro desiderare riparte perché oltre forse c’è un mondo diverso aperto a sperimentazioni di nuovo benessere.
Lo facciamo prendendo a prestito il titolo della gloriosa canzone cantata per la prima volta da Judy Garland, diventata inno di liberazione di un’intera comunità che in quell’arcobaleno ha riconosciuto il proprio simbolo: “da qualche parte sopra l’arcobaleno, proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto…i sogni che hai osato fare”, che, come dicono alcuni storici della musica, potrebbe essere stata scritta anni prima del film a supporto della new deal di Roosevelt per aiutare ad uscire gli Stati Uniti dalla tragedia della grande depressione.
Al di fuori di ogni retorica non intendiamo cancellare o scansare l’inquietudine che è il nutrimento necessario dell’animo dell’artista, ma provare con lo spettatore ad avere uno sguardo ampio e soprattutto la forza e il coraggio di risognare e ripensare il futuro. E il teatro è uno dei possibili mezzi capaci di portarci over the rainbow.
Girolamo Lucania
Beppe Rosso
Simone Schinocca
Qui puoi trovare il programma della stagione scaricabile.